

Pensare la scuola
05/05/2022
Recensione
È troppo facile parlare della scuola in modo generico, stigmatizzarne le zone d’ombra, esprimere giudizi frettolosi e fare emergere soltanto eventi eclatanti che fanno notizia.
È troppo facile parlare della scuola in modo generico, stigmatizzarne le zone d’ombra, esprimere giudizi frettolosi e fare emergere soltanto eventi eclatanti che fanno notizia. È come se la scuola non fosse più pensabile fuori dalla diceria comune di allarme sociale. È urgente tornare a pensare la scuola come luogo speciale di educazione, di relazioni, di cura e di protezione; un laboratorio di apprendimento, di interpretazione, di collaborazione e di aiuto. È urgente tornare a pensare la scuola senza scorciatoie riduttive, senza nascondere dubbi, ansie, preoccupazioni, senza però svalutare le parole d’affetto, di stima, di ringraziamento che i genitori e gli alunni esprimono. La ricerca, che in questo testo si racconta, illumina una realtà ricca, articolata, a volte contraddittoria, frastagliata, dinamica: la realtà complessa della scuola, una realtà inquieta perché densa di domande che evidenziano un bisogno di relazione d’aiuto espresso sia dagli alunni che dai genitori e dagli insegnanti. In questa complessità di domande, una risposta significativa è la costruzione di un progetto di counseling, uno spazio dove ognuno possa esprimere perplessità e incertezze, dove si possa creare un clima di vera complicità solidale.
“Ho letto con molto interesse e grande partecipazione questo libro e condivido lo sguardo delle autrici, attente a leggere la complessa realtà della scuola, a coglierne le difficoltà, i problemi ma anche la grande, fertile ricchezza. Pensare la scuola. Le voci e gli affetti di allievi, insegnanti e genitori. Questo è il titolo. Bellissimo, chiude in sé tutta la filosofia che sostiene e significa il testo: pensare la scuola non come una qualunque comunità, una qualunque “azienda” ma come luogo di vita con voci e affetti”. (Vedi Postfazione della Professoressa Maria Sandias)
